LA
VIA CONSOLARE FLAMINIA
La via Flaminia rappresentava nellantichità
lasse viario di fondamentale importanza per i collegamenti tra Roma
e lItalia settentrionale, tra Roma e i centri dell'Adriatico
I lavori di costruzione furono
iniziati nel 220 a.C. sotto il censore C.Flaminio il Vecchio.
Ebbe un notevole valore strategico-militare e, in più,
fama di essere sicura e ben curata.
Era lunga oltre 200 miglia, pari a 295 Km; mantenne anche
dopo la caduta dellimpero, la sua importante funzione viaria.
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La via usciva
da Roma in prossimità di ponte Milvio, risaliva la vallata del Tevere
fino agli Appennini, nel suo primo tratto con un tracciato simile a quello
della via Tiberina.

Dopo essere entrata in territorio umbro, a Narnia (Narni)
si biforcava in due rami distinti, dei quali luno, quello originario, attraversava Carsulae,
proseguiva fino a "ad Martis" ( S.Maria in Pantano)e Mevania
(Bevagna) per riunificarsi poi a Forum Flaminii (Foligno) con laltro ramo,
più tardo, più lungo di 6 miglia, che invece passava per Interamna Nahars (Terni),
Spoletium (Spoleto)e Trebiae (Trevi ).
Dopo Forum Flaminii una sola via proseguiva alla
volta di Ariminum (Rimini): attraverso il favorevole passo della Scheggia (632
m.s.l.m.), nel territorio di Gubbio, la via discendeva sul versante adriatico lungo la
valle del Metauro fino a Fanum Fortunae (Fano), e proseguiva per Pisaurum
(Pesaro) e giungeva così ad Ariminum (Rimini) con un percorso verso la costa.
Secondo alcuni studiosi la variante per Interamna
Nahars si affermò in epoca tarda quando il municipium di Carsulae,
punto focale del primitivo tracciato, era già decaduto; secondo altri ebbero vita
parallela con funzioni diverse: la più agevole direttrice per Narnia, Carsulae,
Mevania, era impiegata per gli spostamenti di truppe, mentre laltra serviva al
traffico ordinario.
Non solo soldati e mercanti
calcarono il suo basolato, ma in senso più generale la colonizzazione e la cultura romana
si diffusero con essa.
La fortuna della via dipese anche dai continui restauri
cui fu sottoposta: lo stesso Augusto, nel 27 a.C.,promosse importanti lavori di
manutenzione e restauro, e così anche Vespasiano, Adriano e gli stessi Goti.
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