IL CULTO DEI MORTI Secondo
il pensiero più antico le anime, liberate dal corpo, si tramutavano in essenze divine (Manes)
che con la loro presenza rendevano sacro il luogo in cui era sepolto il defunto. Ad essi
erano consacrate le sepolture ed erano legate numerose pratiche e credenze religiose
celebrate in forme diverse nelle feste delle Feralia, delle Lemurie e delle Parentalia.
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Le usanze,
riguardo alle deposizioni, variarono durante i secoli, influenzate secondo gli scrittori
antichi da concezioni sempre diverse. A Roma e nel Lazio, tra la fine delletà del
bronzo e linizio delletà del ferro era assai frequente luso della
cremazione. Il rito era altresì diffuso in tutta lItalia, soprattutto in Etruria.
Verso la metà del IX secolo a. C. si riscontra, in particolare nel Lazio, il
diffondersi del rito inumatorio che dapprima coesisterà con quello incineratorio per poi
soppiantarlo del tutto già nella prima metà del dellVIII secolo a. C. A Roma e nel
Lazio nel II secolo a. C. torna in uso il rito della cremazione che perdurerà fino alla
prima età imperiale. I monumenti funerari erano generalmente posti fuori dalle mura della città. Ci fu dunque una notevole fioritura di botteghe artigiane che producevano sarcofagi in serie o su ordinazione.
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