Otium NELLE TERME

 Le terme erano senz’altro un elemento abituale della vita quotidiana per la maggior parte dei Romani.

Alle terme si andava per motivi igienici e salutari, ma anche per incontrarsi.      A Roma l’uso dei bagni pubblici cominciò a diffondersi almeno dagli ultimi decenni del III secolo a. C. e andò progressivamente sostituendosi, per tutti i ceti sociali, alle abluzioni casalinghe. Avere ambienti riservati a questo scopo nella propria casa era, e rimase anche in seguito, un lusso riservato alle classi elevate, che comunque frequentavano anche i bagni pubblici. Dal II secolo a. C. si sviluppò sempre più la tendenza ad associare al bagno l’esercizio corporeo.

 

Nel I secolo d. C. è significativo il caso di Plinio il Vecchio che, come ricorda il nipote, Plinio il Giovane, portava con sé un segretario che leggesse e scrivesse per lui, mentre era occupato nelle fasi del bagno. Sia l’imperatore che i membri della sua famiglia usavano recarsi alle terme pubbliche, mescolandosi alla folla che comprendeva anche i poveri e gli umili. Le grandi terme imperiali erano frequentate anche per discutere, ascoltare conferenze, letture poetiche ed esibizioni musicali. La presenza di biblioteche nei complessi termali è il segno più evidente del ruolo culturale che questi ultimi svolgono.

Terme come veicolo di relazioni sociali e di cultura in senso lato, come mezzo di propaganda del potere e di diffusione della cultura ufficiale, ma anche di sussistenza economica per i privati, ma soprattutto, terme come elemento essenziale e caratteristico della vita romana, tanto che la presenza di questi edifici in ambito provinciale è segno specifico e originale di romanizzazione.
Lo studio attento dei numerosi complessi termali tuttora presenti nei luoghi che fecero parte del mondo romano, hanno consentito una perfetta ricostruzione della struttura e del funzionamento delle terme in età romana.

 

 
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