GLI IMPIANTI TERMALI

 

A circa cento metri a sud-ovest della Chiesa di S. Damiano si notano i resti di un edificio: si tratta di un ambiente absidato a pianta rettangolare, con pavimenti a suspensurae, interpretato come impianto termale, forse privato. Le fonti antiquarie ci informano di una presunta decorazione musiva presente in uno degli ambienti.

Intorno al 1951 venne riportato alla luce un mosaico pavimentale appartenente ad un ambiente con nicchie in cui si raffigura Nettuno nell'atto di colpire alcune creature marine mostruose. L’impianto, a valle dei templi Gemini, forse non a caso è posto in uno dei punti più bassi dell’insediamento, in modo da poter raccogliere più facilmente le acque meteoriche e quelle convogliate artificialmente ed ottenere così il massimo sfruttamento delle risorse idriche.

 

La presenza di tali impianti termali conferma l’impressione generale riguardo a Carsulae e quindi che la città fosse arrivata ad un tale livello di ricchezza che consentisse anche a privati la possibilità di costruire a proprie spese strutture di questo tipo e di godere dell’ otium nelle terme, prerogativa comune a tanti altri fortunati cittadini dell’impero romano. Nonostante il fatto che sia solamente uno l’ambiente attualmente visibile delle terme carsulane, è giusto immaginare che l’impianto fosse simile ai molti che, giunti integri fino ai nostri giorni ed opportunamente studiati e documentati, ci permettono di sapere quali siano la struttura e il funzionamento delle terme di età romana.

 

 
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