L'ANFITEATRO

L’anfiteatro di Carsulae fu portato alla luce durante una campagna di scavo effettuata intorno al 1978.
In precedenza l’esistenza di questo edificio era nota solo grazie ad un affresco della fine del 1500, conservato presso Palazzo Cesi in via della Maschera d’Oro a Roma e grazie anche ad alcuni disegni dell’Holstenius risalenti alla fine del 1600.

Il complesso è databile alla prima metà del I sec. d.C. ed è situato sul margine orientale della via Flaminia.

Sia l’anfiteatro che il teatro appartengono ad un unico nucleo racchiuso da un muro di delimitazione.

Per l’ubicazione di tale edificio, destinato ad accogliere spettacoli di vario genere, quali i munera gladiatoria e le venationes, fu prescelta una cavità naturale prodotta dal crollo di una dolina, lungo le cui pareti, furono disposte le gradinate della cavea.

 

A tale scopo fu necessario eseguire una serie di opere di adattamento al terreno, al fine di collocare correttamente i vari elementi della struttura, di contenere le spinte del terreno e di raccordare gli spazi circostanti il nuovo impianto; laddove non vi era la possibilità di appoggiare la cavea alla cavità naturale, vennero create delle sostruzioni.

L'asse maggiore dell'anfiteatro misura 86,50 m e quello minore 62 m. Non si trattava di una struttura colossale, nonostante ciò era sufficiente a contenere la popolazione stabile della cittadinanza.

La tecnica muraria utilizzata è l'opus incertum.

Lungo le pendici della collina a sud dell’anfiteatro vi sono i resti di una grande cisterna d’acqua, di forma rettangolare, in parte scavata nella roccia, probabilmente destinata ad alimentare gli impianti idrici impiegati nelle naumachie.

 
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